Altre collezioni
Nel Museo Botanico vi sono sette sale espositive disposte su due piani. Il Museo conserva inoltre altre collezioni, miscellanee e fondi.
Prima sala – Oltre al ritratto del fondatore dell’Orto Botanico Luca Ghini, si può ammirare l’antico portone scolpito in noce un tempo posto all’accesso del Giardino dei Semplici in via Santa Maria.
Seconda sala – Ospita una piccola ricostruzione della cinquecentesca Wunderkammer che era stata creata proprio nella palazzina oggi sede del Museo. Una ricostruzione di una Wunderkammer è anche presente al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa presso la Certosa di Pisa dove sono conservati alcuni reperti originali del primo nucleo della collezione naturalistica esposta nell’antica “Galleria” costituita nel 1591 in questo edificio.
Terza sala – Ospita la collezione storica di ritratti di semplicisti, naturalisti e direttori dell’orto. Insieme ai ritratti in questa sala è esposto il Catalogus Plantarum Horti Pisani di Michelangelo Tilli (1723)
Quarta sala – Dedicata interamente a Gaetano Savi, prefetto dell’Orto e direttore del Museo Botanico a cavallo tra il settecento e l’ottocento.
Quinta sala – Vi sono esposti splendidi modelli ottocenteschi in gesso e/o in cera, fatti realizzare quasi tutti da Pietro Savi a supporto della sua attività didattica. Tra di essi, di particolare rilievo i funghi, opera della scuola ceroplastica di Luigi Calamai. Degno di particolare rilievo è anche l’originale del modello raffigurante la fecondazione della zucca che fu usato a Pisa nel 1839 da Giovanni Battista Amici per illustrare le sue scoperte, durante la prima riunione degli scienziati italiani. Tutti i modelli sono stati restaurati nel 2016 dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, grazie al contributo finanziario della Fondazione Pisa.
Sesta sala – è dedicata a Teodoro Caruel e a Giovanni Arcangeli. Qui, tra i vari reperti, sono esposti anche alcuni campioni e preparati di piante da fibra acquistati all’Esposizione coloniale di Marsiglia del 1906.
Settima sala – sono esposti alcuni campioni provenienti dall’Erbario, alcune tavole didattiche ottocentesche e altre prodotte tra la fine del 800 e la prima metà del 900, nonché una selezione dei reperti paleobotanici conservati presso il Museo.
Miscellanee e Fondi
Miscellanea Barsali – Egidio Barsali (1876-1945) nacque a Pisa e in questa città si laureò in Scienze Naturali nel 1901. Da allora iniziò la sua collaborazione con i botanici dell’Ateneo pisano, prima in qualità di assistente e poi di aiuto alla cattedra di Botanica. Dal 1922 si trasferì in Umbria, dove fu professore di Botanica nella Facoltà di Farmacia dell’Università di Urbino, della quale fu anche preside dal 1931 al 1945. Al Museo Botanico Pisano donò nel 1936 il suo Erbario personale, completo di tutti i gruppi sistematici. I campioni del suo Erbario sono stati intercalati nelle collezioni dell’Herbarium Horti Botanici Pisani (PI). Dopo la sua morte furono introdotte nell’Archivio pisano anche e le sue raccolte di libri e documenti. Questi ultimi sono stati ordinati in una raccolta Miscellanea, dove sono confluiti per lo più articoli in estratto, spesso con dedica dell’autore e annotazioni dello stesso Barsali.
I dati relativi ai documenti della Miscellanea sono stati inseriti in un apposito archivio, consultabile al link sotto riportato (righe 2-440).
Fondo “Antonio Bottini” – Il marchese Antonio Bottini (1850-1931) nacque a Lucca da una famiglia di nobili proprietari terrieri. Studiò Scienze Naturali presso l’Università di Pisa, laureandosi nel 1886. Nel 1888 ottenne la carica di Aiuto alla cattedra di Botanica del Professor Giovanni Arcangeli e nel 1894 la libera docenza in Botanica. Ben presto divenne un punto di riferimento per tutti i botanici italiani dell’epoca, relativamente alla briologia. Dopo la sua morte, la famiglia donò l’Erbario briologico, la biblioteca e i manoscritti al Museo Botanico. In precedenza Bottini stesso aveva donato il proprio Erbario fanerogamico, che fu intercalato nelle collezioni dell’Herbarium Horti Botanici Pisani (PI), mentre l’Erbario briologico è rimasto separato (PI-BOTT). I documenti donati dai familiari di Bottini vennero acquisiti da Alberto Chiarugi, allora direttore dell’Istituto Botanico pisano, e collocati nel Museo Botanico, andando a costituire il “Fondo Bottini”. I documenti del Fondo, per lo più manoscritti, comprendono appunti di lezioni, cataloghi di briofite, articoli in bozza, attestati, fotografie, raccolta delle sue pubblicazioni, raccolta miscellanea, libri e soprattutto il suo Carteggio. Si tratta di una cospicua corrispondenza con 404 corrispondenti italiani ed europei, composta da 3397 documenti datati tra il 1873 e il 1931. I manoscritti del Fondo sono stati ordinati e inventariati, e i dati relativi sono stati inseriti in un apposito archivio, consultabile al link sotto riportato. Sono state eseguite anche tutte le scansioni del Carteggio e alcune trascrizioni.
I dati relativi ai documenti del Fondo Bottini sono stati inseriti in un apposito archivio, consultabile al link sotto riportato (righe 442-3979).
Fondo “Vincenzo Carmignani” – Vincenzo Carmignani nacque a Pisa il 3 aprile 1779. Dopo la laurea in Scienze Mediche e Naturali conseguita a Pisa, esercitò la medicina nella campagna pisana dal 1802 al 1833. Fu studioso di Scienze naturali, soprattutto di botanica e di agronomia e divenne molto amico di Gaetano Savi. Dal 1833 tornò a Pisa, lasciò definitivamente la medicina e si dedicò al riordino dei numerosi appunti, aventi per argomento la “Flora della provincia pisana”. Nel 1839 fu nominato operaio della chiesa Primaziale di Pisa e Monumenti annessi e lo rimase per vent’anni, fino alla morte, avvenuta a Pisa il 20 gennaio 1859. Grazie all’interessamento di Egidio Barsali e di Giovanni Arcangeli prima, e di Antonio Bottini poi, furono acquisiti dall’Istituto di Botanica i lavori manoscritti che attualmente formano il Fondo Carmignani costituito da sei volumi: due fanno parte della raccolta Flora Economica della Provincia Pisana. una seconda serie di tre volumi è intitolata Studi per una flora economica della Provincia di Pisa; infine è presente un volume singolo intitolato Piante economiche.
I volumi sono stati interamente trascritti e i dati sono stati inseriti in un apposito archivio, consultabile al link sotto riportato (righe 3981-9403).
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Restauri
- 9 maggio 2018, Antiche cere
- luglio 2019, Tavole didattiche